A lineup of heroes from Dragon Age: The Veilguard.

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Dragon Age: The Veilguard dice che sarà “basato su missioni” piuttosto che su un mondo aperto, senza missioni di recupero o lavoro: “Non raccoglierete frammenti nelle Hinterlands”.

Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo anni di teaser con concept art e notizie di cambiamenti di personale, il prossimo Dragon Age è finalmente reale e imminente. Sebbene molti di noi del team non siano ancora completamente convinti di Dragon Age: The Veilguard, un recente Q&A con alcuni dei suoi dirigenti indica che sono desiderosi di rispondere a una delle critiche più grandi di Dragon Age: Inquisition.

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Quando è stato chiesto se The Veilguard sarebbe stato open world, la direttrice del gioco Corinne Busche ha risposto che, “Siamo tornati a ciò che crediamo offra le migliori, più curate e intense narrazioni”. Busche caratterizza The Veilguard come “basato su missioni”, ma con i giocatori in grado di tornare e rivisitare le aree. “Puoi tornare indietro, risolvere misteri, fare contenuti secondari davvero fantastici – non missioni di recupero, non missioni di grind – contenuti secondari davvero fantastici. Ma voglio essere chiaro che si tratta di un’esperienza davvero curata e realizzata a mano.

“Abbiamo dedicato molto tempo ad ascoltare quello che avete detto. E naturalmente ognuno ha gusti leggermente diversi, ma non sarete a raccogliere frammenti nelle Terre Selvagge. Tutto è costruito con intenzione”.

Il direttore creativo di The Veilguard, John Epler, ha aggiunto che “Qualsiasi cosa diversa dalle missioni realizzate a mano avrebbe semplicemente dato l’impressione di essere un torto nei confronti del gioco che stiamo costruendo”.

L’osservazione del redattore di PCG news Joshua Wolens che The Veilguard assomiglia più a Mass Effect che a Dragon Age sembra ancora più vicina al punto ora: una struttura “basata su missioni” suona sicuramente come il modo in cui Mass Effects 2 e 3 erano strutturati.

Non era solo la corsa in giro (con o senza un cavallo che in realtà non ti faceva muovere più velocemente) alla ricerca di frammenti, cianfrusaglie di missioni di recupero, o quei terribili piccoli nodi di risorse di crafting che mi hanno logorato in Inquisition.

La versione di Thedas in quel gioco era anche semplicemente desolata e vuota. Questo si è rivelato un’ottima soluzione per alcune aree come il deserto infestato delle Terre Selvagge Sibilanti, ma ha anche lasciato i pochi insediamenti che abbiamo visto come una Redcliffe riproposta (e decisamente priva di scogliere rosse) o la presunta metropoli imperiale di Val Royeaux, che sembravano anguste e morte.

La Minrathous  di The Veilguard mi colpisce già come un luogo più vibrante ed emozionante come Kirkwall o Denerim nei Dragon Age del passato, mentre la struttura delle missioni di Mass Effect è sempre stata fantastica per far apparire la galassia più grande di quello che si vedeva. Come sempre, rimango cautamente ottimista per Veilguard, che dovrebbe arrivare questo autunno.

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