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Spectre Divide hands on: un degno rivale di CS2 con qualche idea veramente buona

Tempo di lettura: 3 minuti

Come vi avevamo accennato nei giorni scorsi, è arrivata la closed beta di Spectre Divide e abbiamo potuto metterci le mani per un primissimo test.

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Vediamo un po’, pad alla mano come si comporta questo 3vs3

Spectre Divide header img

Grafica e Art direction

Il gioco ha senz’altro una sua personalità ben definita e un’identità che non si va a confondere come emulo pedissequo di altri prodotti del genere.

Essendo ad ambientazione futuristica, siamo immersi in un cyberpunk con tutti i crismi di rito: nella personalizzazione possiamo scegliere vari stilemi del genere che non stiamo qui ad elencare perché da Ghost in the Shell fino a Cyberpunk 2077 li conoscete già tutti a memoria (e sì, ci sono tutti).

La scelta dell’aspetto cell shading cartoonoso da contemporaneamente un tocco di colore sgargiante ma non si va mimetizzare con un Fortnite.

La palette si giostra bene e a tratti ricorda le tavole di Moebius, tutto questo però non ci fa volare troppo sull’onirico perché comunque l’azione è serrata da caricatore sempre pronto e non da puzzle-game in un deserto psichedelico.

Le transizione da un corpo all’altro è un bel tocco di stile che risolve quella che altrimenti sarebbe stata una bella rogna in termini di usabilità del gioco.

spectre divide hands on preview breaking fps boundaries 7pt2

Il gameplay

Da totale ignorante del genere, mi è sembrato strutturato molto bene, ma visto che qui servono parole cementate dall’esperienza ho chiesto a Dario la sua opinione basata su anni di titoli del del genere.

Spectre Divide è, o vuole essere, il CS2 della aim down sights generation, è un gioco non frenetico basato su posizionamento e mira precisa che pone una certa enfasi sui rimbalzi di proiettili e granate sulle superfici. 

La meccanica più peculiare è il posizionamento degli spectre, ovvero il vostro “corpo secondario” nel quale potete switchare in una direzione o nell’altra quando volete, riposizionarlo tramite l’apposita funzione ed utilizzarlo come rilevatore di movimento (vi avverte quando ha un nemico in line of sight e potete passarne al controllo diretto per ingaggiare) o per muovervi in posizioni elevate. 

È class based con qualche archetipo interessante e non scontato, ha una direzione artistica abbastanza ispirata con un cell shading che fa il suo lavoro per trasmettere l’idea di uno show televisivo in un mondo pieno di pubblicità (i loadout ve li forniscono gli “sponsor”, per dirne una) e allo stesso tempo tiene buone le prestazioni. 

In un panorama dove gli arena shooter stanno perdendo terreno (vedete l’interesse per Concord quanto è stato alto) e dove gli ultimi successi sono caratterizzati da velocità e chaos in stile The Finals (ma anche Helldivers 2 nel panorama pve), vedere un gioco che prova ad avere un approccio ultra tattico e decisamente più metodico (non c’è un tasto sprint, per essere chiari, se volete muovervi più velocemente dovete equipaggiare un’arma melee) è allo stesso tempo una boccata d’aria fresca e una preoccupazione per i giocatori più causal che senza un team coordinato andranno a fare da cibo per il tritacarne senza potersi divertire più di tanto (tipo me).

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Conclusioni

Spectre divide è un prodotto onesto, indie, con delle idee innovative il giusto e che mira al gameplay più che alla clippabilità sui social una volta tanto.

In bocca al lupo ai ragazzi di Mountaintop Studios sperando che abbiano il successo necessario per evolvere ulteriormente la loro interessantissima formula.

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