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Se cercate un ulteriore motivo per giocare Avowed sappiate che Elon Musk lo ha criticato per la presenza di pronomi

Tempo di lettura: 6 minuti

Recentemente si è verificato un breve ma inrenso scambio di opinioni online tra Elon Musk e Matt Hansen, il direttore artistico del gdr d’azione Avowed. La controversia è nata dalla presenza di pronomi in una schermata del menu della creazione del personaggio del gioco.

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L’incidente è iniziato quando l’ex dipendente di Blizzard e game designer fallito (googlate “Firefall”) Mark Kern ha criticato l’inclusione dei pronomi in Avowed sul suo account X.

Sto tracciando una linea. Rifiuto qualsiasi gioco che contenga pronomi (e voi nazisti della grammatica sapete cosa intendo, smettetela di essere stupidi). Non mi interessa se il gioco è bello. Deve essere inviato un messaggio. I pronomi promuovono il virus della mente woke e i giocatori devono inviare un messaggio chiaro.

– Mark Kern

Elon Musk ha appoggiato la dichiarazione di Mark Kern, aggiungendo: “Avere dei pronomi in un videogioco fantasy è assolutamente inaccettabile”.

In risposta, Matt Hansen, direttore creativo di Avowed, ha criticato aspramente Elon Musk per i suoi commenti.

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Volevo tanto farlo arrabbiare con il mio gioco e non posso credere che abbia funzionato. Aspetta di vedere il default… Onestamente, sono francamente entusiasta. Non riesco a pensare a una sola persona al mondo che preferirei irritare.

– Matt Hansen

Alcuni utenti hanno subito ricordato a Matt Hansen le sue precedenti dichiarazioni, in cui aveva espresso la sua preferenza per gli artisti neri, e ovviamente sull’argomento non poteva mancare il santo patrono dei babbioni Asmogold, che di critical race theory non ha mai sentito parlare (e ok non la capirebbe anche se ne avesse sentito parlare) e probabilmente non si sarà reso conto di quanto è strutturalmente woke Metaphor: ReFantazio.

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Ricordo agli artisti neri che sono alla ricerca di recensioni sul loro portfolio o di consigli sul lavoro: i miei DM sono aperti e avrai sempre la mia priorità. Ci sono troppi bianchi ammuffiti in questo campo, per favore lascia che ti aiuti a sostituirmi un giorno – voglio tornare a vivere nei boschi.

– Matt Hansen
Non soffermiamoci troppo sull’opportunità delle dichiarazioni di Hansen. Nonostante il tono oggettivamente incendiario delle sue risposte, fare diversamente al posto suo sarebbe stato controproducente perché moderazione e diplomazia contro un branco di scimmie urlatrici non hanno senso – la mob mentality reazionaria su X in particolare vive di intimidazioni, doxing, crociate estremiste e piagnisteo. Come viene fuori chiaramente dai tweet frignoni che lo accusano di aver insultato i gamer. Una fesseria ovviamente, ha al massimo attaccato gli stronzi, nonostante questi ultimi non vedano l’ora di avere una scusa per fare le vittime (ricordiamo che la classe politica di destra ha trasformato questa strategia in prassi, figuriamoci se il metodo non tracima in cantina alla bassa manovalanza). Quindi può andar bene anche rincarare la dose e non fare mezzo passo indietro, tanto questi il gioco non lo avrebbero comprato comunque, probabilmente non comprano quasi niente. À la guerre comme à la guerre.
A margine è interessante però notare come la campagna diffamatoria contro il designer e la stessa Obsidian stia seguendo – insieme a tutti i topoi ricorrenti, dalle foto false del dev team composto da sole donne (in realtà è questo) ai personaggi custom appositamente deformi (un buon character creator vi permette di fare quello e l’esatto opposto, come è in tutti i grossi RPG dell’ultima decade) – anche un approccio che merita più approfondimento. Ad esempio il noto grifter youtube SmashJT sembra aver inventato di sana pianta un whistleblower in Obsidian che avrebbe denunciato un ambiente tossico nell’azienda, ovviamente senza fornire nessuna prova documentale (screenshot, mail, ecc) ma con una la lista di quelle che sarebbero le politiche tossiche dell’azienda riportate da questa fantomatica talpa. Lista che è degna di nota perché include cose come “tolleranza zero verso pronuncia errata del genere”, “ambiente troppo LGBTQ+ friendly”, “diversità forzata”, “mentalità marxista”, e durante il COVID “richiesta estrema di smart working” e “uso eccessivo di mascherine”. Tutti elementi che possono essere considerati tossici solo in discorsi di estrema destra (sia USA che non) e vanno a incastrarsi in uno storytelling costruito apposta per triggherare un certo tipo di pubblico: reazionario, misogino, razzista, complottista (in questo caso no-vax) e a margine libertario/aziendalista. In pratica la target audience della destra conservatrice trumpiana. Sicuramente una coincidenza.

Ma tornando ai pronomi: val la pena notare che le impostazioni dei pronomi nei videogiochi stanno diventando sempre più comuni. Ad esempio sono presenti in Starfield, Baldur’s Gate 3, Street Fighter 6, Forza Horizon 5, CoD Cold War (no, seriamente), Oldschool Runescape (SERIAMENTE), l’indie Solasta: Crown of the Magister,  The Sims 4 permette addirittura ai giocatori di scegliere pronomi come “loro/lei”, “lei/lui” e “lui/lei” nell’editor dei personaggi e si possono anche utilizzare pronomi personalizzati aggiungendo forme nominative, oggettive e riflessive. Tutti titoli che nessuno si sognerebbe di definire fallimentari (ok Starfield forse sì ma sono sempre 3 milioni di copie vendute).

E questo ci porta a una considerazione interessante: spesso e volentieri, guardando i titoli appena citati, queste smear campaign sembrano essere indirizzate a giochi che già in partenza non sembrano destinati ad avere molto riscontro commerciale.

Ricordiamo come l’hating verso Dragon Age: Veilguard abbia iniziato a diventare virale solo successivamente ai primi playtest che lasciavano capire come il nuovo titolo Bioware fosse inferiore rispetto ai predecessori (o quantomeno non quello che volevano gli appassionati della saga), quando invece gli elementi inclusivi erano evidenti dal primo momento quando l’hype era al top per il ritorno di un brand storico. E ricordiamo anche come tutta la cricca del go woke go woke si dimentichi degli slider genitali presenti in tutte le 15 milioni e più di copie vendute di Baldur’s Gate 3, delle opzioni di protagonista transgender nelle 30 milioni di Cyberpunk 2077 o della completa assenza di generi nella body selection in Hogwarts Legacy (30 milioni di copie vendute anche qui) o di Elden Ring.

Avowed invece è un gioco prodotto moderatamente al risparmio da una software house il cui più grande successo resta una cosa di 14 anni fa (Fallout: New Vegas), con un open world di dimensioni modeste (per quanto, si dice, denso) basato su una IP splendida ma la cui ultima istallazione è stata un flop (Pillars of Eternity: Deadfire, insuccesso non meritato), rimandato perché chiaramente ancora da rifinire (nonostante quello che dichiara Phil Spencer), che ripete alcuni di quelli ritenuti errori dalla stessa community (il passaggio dai temi dark fantasy del primo Pillars a stili visivi/narrativi più leggeri à la The Outer Worlds), con un combat che non potrà mai funzionare per bene (ve lo ricordate voi un buon combat melee in prima persona? Forse la roba Techland? Chivalry? Non mi viene in mente molto altro), che costerà 70 euro, non è neanche nella top 15 delle wishlist di Steam, e strutturalmente, diciamocelo, un pelino anacronistico: perché gli action rpg  fantasy si fanno in terza ragazz*: Wukong, Dragon’s Dogma, Elden Ring, Monster Hunter e compagnia cantante stanno lì a urlarcelo in faccia.

Considerato tutto questo è ragionevole prevedere che non venderà propriamente come l’acqua nel deserto. In più sarà su Game Pass al day one (è sempre prodotto da Microsoft), quindi capirne l’effettivo successo non sarà proprio facilissimo in termini di acquisti.

E viene da pensare che i bersagli di certa gente siano selezionati secondo criteri differenti dalla strettissima wokeness. Starfield aveva i pronomi da subito nel character creator ma si credeva sarebbe stato il nuovo Skyrim e gli edgelord per coincidenza tutti zitti. GTA VI ha una donna di colore come protagonista ma nessuno lo sta attaccando come invece si sta facendo per State of Decay 3 per lo stesso motivo. Perché è GTA.  Come se che da quelle parti si punti a mettere sotto attacco dei possibili flop commerciali a prescindere, ignorando invece la presenza di elementi sgraditi in titoli più solidi perché forse farebbero scricchiolare tutta l’impalcatura di cazzate. Ve’?

Ma, al di là di tutto, già il mio amore per Obsidian e per il mondo di Pillars of Eternity è troppo grande per stare a pensare ad altro fuorché tuffarmi nuovamente in Eora e nella sua fantastica lore (mi hanno messo anche alcune icone di dialogo e interfaccia identiche a quelle dei due Pillars, stupidi sexy Obsidian) e spero con tutte le mie forze che le perplessità espresse nei paragrafi precedenti siano smentite dal gameplay e dai numeri. Ora figuriamoci se posso dare troppo peso a questo branco di turisti che hanno fatto cherry picking del prossimo gioco di medio impatto commerciale che andrà ad alimentare le loro echo chamber da maschi sigma che si guardano allo specchio sperando di vedere Ryan Gosling o Christian Bale.

È vero però che far avere successo a qualcosa fosse anche solo per infastidire Elon Musk e ai suoi è troppo deliziosamente meschino per non provarci.

Avowed esce il 18 febbraio 2025 su PC/Xbox. Ci vediamo nelle Terre Viventi uagnu’.

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