BioShock 4 Isn't Dead Yet

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Oltre il Faro: Take-Two conferma che lo sviluppo di BioShock 4 non è annegato

Tempo di lettura: 2 minuti

Nel vasto e impetuoso oceano dello sviluppo videoludico, il silenzio non è mai un buon segno. Spesso è il suono sordo di un progetto che imbarca acqua, che collassa lentamente sotto il peso delle proprie ambizioni prima ancora di poter raggiungere la superficie.

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Per il prossimo, attesissimo capitolo della saga di BioShock, questo silenzio è stato particolarmente assordante. Quasi quanto il vuoto opprimente che riecheggia nei corridoi allagati di Rapture.

Sono passati anni dall’annuncio della formazione di Cloud Chamber, il nuovo studio incaricato di riportarci in un’utopia sull’orlo del collasso. Anni passati a scrutare l’orizzonte, cercando un segnale, temendo che il progetto fosse diventato l’ennesimo fantasma dell’industria.

Ma un segnale è arrivato.

Come un “Would you kindly?” sussurrato all’orecchio dell’industria, Take-Two Interactive, la compagnia madre che detiene le chiavi della batisfera, ha rotto l’ipnosi. Durante un recente incontro con gli investitori – il luogo meno filosofico e più capitalistico che si possa immaginare, un paradosso che Andrew Ryan avrebbe forse detestato – il CEO Strauss Zelnick ha rilasciato l’attesa dichiarazione.

Alle fonti di TheGamer e GameSpot, che chiedevano aggiornamenti su quel fronte così silenzioso, Zelnick ha confermato ciò che i fan temevano non fosse più vero: sì, il prossimo BioShock è ancora attivamente in fase di sviluppo.

Non è molto. Non è un trailer, non è una data, non è nemmeno un titolo. Ma è tutto.

La rassicurazione era necessaria. L’ultimo vero faro lo abbiamo visto nel 2013 con Infinite. Da allora, il creatore originale, Ken Levine, ha preso un’altra rotta (con il suo atteso Judas), lasciando l’IP nelle mani di un team completamente nuovo. Quando uno studio rimane nell’ombra così a lungo, i fan iniziano giustamente a temere il peggio: cancellazioni silenziose, riavvii infiniti, la temuta development hell.

L’affermazione di Zelnick è, ovviamente, vaga per disegno. “È ancora in sviluppo” non ci dice nulla sulla forma che prenderà questa nuova creatura. Non sappiamo se torneremo negli abissi art déco macchiati di ADAM o se voleremo tra le nuvole scosse dal fanatismo di una nuova Columbia. Non sappiamo quale ideologia verrà messa alla berlina, quale utopia stia, ancora una volta, inevitabilmente marcendo dall’interno.

E forse, per ora, è giusto così. BioShock non è mai stato un gioco di hype fracassone; è sempre stato un gioco di mistero. È la discesa nell’ignoto, l’apertura di una porta senza sapere cosa ci sia dall’altra parte.

Quella di Take-Two non è una rivelazione; è un impulso sonar nell’oscurità. È la conferma che, da qualche parte là fuori, oltre le onde agitate del mercato, qualcuno sta costruendo un altro faro.

E noi, inevitabilmente, saremo pronti a varcare la soglia.

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