Le azioni di Unity salgono del 10% dopo la cancellazione della Runtime Fee, ma sono ancora in calo di oltre il 50% da inizio anno.

Il 12 settembre Unity ha annunciato che la Runtime Fee sarà completamente rimossa per tutti i clienti che sviluppano giochi.

Nonostante la cancellazione della controversa politica che prevedeva l’addebito agli sviluppatori per ogni installazione di gioco, Unity ha aumentato i prezzi degli abbonamenti Pro ed Enterprise rispettivamente dell’8% e del 25%. Il CEO Matt Bromberg ha spiegato che i clienti “capiscono che gli aumenti di prezzo sono una parte necessaria di ciò che ci permette di investire per far progredire il gioco, ma questi aumenti non devono necessariamente arrivare in una forma nuova e controversa”

Di conseguenza, il titolo della società è salito del 9,81% a 18,91 dollari per azione, il massimo dalla fine di maggio. Al momento in cui scriviamo, le azioni di Unity hanno raggiunto i 19,31 dollari nelle contrattazioni pre-mercato.

Sebbene gli investitori abbiano visto la decisione di rimuovere le commissioni per l’installazione come un segnale positivo, le azioni di Unity sono ancora ben al di sotto dei livelli precedenti alla tassa sul tempo libero. Il titolo è in costante calo da quando ha superato i 30 dollari per azione nel settembre 2023.

La Runtime Fee era solo una parte del problema. Come parte del suo “reset aziendale”, Unity ha effettuato diverse serie di licenziamenti negli ultimi 12 mesi, tra cui 1.800 tagli di posti di lavoro nel gennaio 2024. John Riccitiello si è dimesso dalla carica di CEO lo scorso ottobre, senza contare che l’azienda continua a non essere redditizia (ha chiuso il 2023 con una perdita netta di 826 milioni di dollari).

Le azioni di Unity sono crollate di oltre il 51% dall’inizio del 2024, con un valore di mercato di 7,5 miliardi di dollari. Nel complesso, il titolo è attualmente 10,4 volte più basso rispetto al massimo storico di 196,65 dollari raggiunto nel novembre 2021.