Il director di Helldivers 2 decide di iniziare il 2025 cascando nel tranello dei discorsi farlocchi sulla DEI “Create buoni giochi, non dichiarazioni politiche contemporanee” dopo aver creato uno dei giochi più politici di sempre

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Il direttore creativo di Helldivers 2, Johan Pilestedt, dopo aver lisciato il pelo a gente che ha boicottato il suo gioco perché nel trailer mostrava un matrimonio interrazziale, affermando che gli sviluppatori dovrebbero “creare buoni giochi, non dichiarazioni politiche contemporanee”, ha precisato che si riferiva solo a commenti “esterni al tema del gioco”.

La dichiarazione iniziale di Pilestedt è arrivata in risposta a un utente su X che lo esortava a “non aggiungere mai DEI” – acronimo per diversità, equità e inclusione – nei futuri giochi Arrowhead. Pilestedt ha scritto che se non aggiunge all’esperienza di gioco, la compromette, e che i giochi dovrebbero essere una pura ricerca di momenti straordinari. Poco dopo, rispondendo a un’altra domanda su come DEI avrebbe giovato a Helldivers 2, ha proseguito: “Non mi piacciono le etichette. Ma l’umanità è unita nella sua estrema xenofobia sulla Super Terra. #Inclusione quindi, forse questo è DEI? Non me ne importa davvero.

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Create buoni giochi, non dichiarazioni politiche contemporanee”. Apparentemente innocui, i commenti di Pilestedt hanno sollevato perplessità perché Helldivers 2 è un gioco molto, molto apertamente politico: una satira del fascismo così pesante da far sembrare Starship Troopers un gioco sottile. È stato comprensibilmente sconcertante vedere il responsabile di una narrazione antifascista così esplicita abbracciare improvvisamente un atteggiamento del tipo “tenete la politica fuori dai giochi”. Alcuni su X hanno sottolineato l’ovvia incongruenza, ma altri l’hanno interpretata come prova che i loro sforzi contro DEI e simili stanno dando i loro frutti. Pilestedt ha cercato di chiarire il suo punto, affermando di riferirsi ad azioni e dichiarazioni fatte “al di fuori del tema del gioco”.

In risposta a un utente su X che ha sottolineato l’incongruenza dei suoi commenti con gli evidenti elementi politici di Helldivers 2, Pilestedt ha scritto: “Beh, questo è il tema del gioco. Intendevo al di fuori del tema. Scusate per la mancanza di chiarezza. Inoltre, è più la politica della guerra fredda/era Bush ad ispirare HD2”. Sembra un tentativo di “accontentare tutti”, ma rimane un elemento di “non essere politici” nel suo tentativo di chiarimento che contrasta nettamente con il gioco stesso. Pilestedt, nel suo seguito, ha aggiunto che “la cultura dell’annullamento è uno dei lati peggiori dell’interazione online”.

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Le dichiarazioni di Pilestedt ricordano quelle dell’ex capo delle pubbliche relazioni di Bethesda Softworks, Pete Hines, che nel 2017 aveva affermato che Wolfenstein è una serie dichiaratamente antinazista e che non si sarebbero tirati indietro da ciò di cui tratta Wolfenstein 2: The New Colossus. Questa era una strategia di marketing, ma era anche l’espressione di una posizione esplicita di Bethesda e dello sviluppatore MachineGames.

L’esortazione di Pilestedt ad evitare “dichiarazioni politiche contemporanee” non sembra una piena approvazione del lato più oscuro del gaming, ma riflette un rifiuto di riconoscere la realtà dell’attuale cultura videoludica – intasata di rabbia, pregiudizi e crudeltà rivolti a chiunque non si conformi a un insieme sempre più ristretto di standard dettati da autoproclamati difensori di un ideale reazionario di presunti valori bianchi, occidentali e maschili – e il semplice fatto che non si può galleggiare al di sopra di quel milieu dicendo semplicemente che si “creano buoni giochi”. Ironicamente, alcuni di coloro che sarebbero presumibilmente contenti della dichiarazione “non fate politica” di Pilestedt rimangono profondamente scontenti di lui perché i moderatori del server Discord di Helldivers 2 continuano a mantenere un controllo serrato sul discorso dirompente che ha trasformato X in una fogna.

Johan Pilestedt ha tentato di chiarire la sua affermazione dicendo che parlava solo di cose “esterne al tema del gioco”, il che in realtà non chiarisce molto.

Una versione di questo articolo è già apparsa su www.pcgamer.com

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