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Perché l’esplorazione non dovrebbe essere interessante fin dall’inizio?
Il genere metroidvania presenta un certo grado di prevedibilità. L’area iniziale è quella in cui la storia si sofferma a sottolineare la mia solitudine, per poi farmi dedicare a qualche banale salto e attacco mentre passo accanto a tutti quei luoghi interessanti che ancora non posso raggiungere, ma che inevitabilmente dovrò rivisitare tra qualche ora. Vedrò qualche passaggio chiaramente aperto, appena troppo in alto per essere raggiunto, e sospirerò, chiedendomi se questo è uno di quei giochi in cui alla fine ci arriverò con un doppio salto, o se è uno di quelli in cui imparerò invece a fare il wall kick.
Molti grandi giochi seguono questa consolidata routine, inclusi i suoi omonimi Metroid e Castlevania: Symphony of the Night. È sicuro. È familiare. Funziona. È… un po’ noioso, a volte.
Blade Chimera, l’ultimo gioco dei maestri pixel artist di Deedlit in Wonder Labyrinth e Drainus, è tutt’altro che noioso. In cinque minuti (letteralmente cinque minuti, l’ho cronometrato) ho sparato in faccia a un drago gigante, preso parte a un piccolo omaggio al famoso round bonus di Street Fighter 2 che distrugge le auto (e ottenuto un achievement per questo), risvegliato una spada fantasma parlante e parlato tramite commlink con un quartier generale già stabilito che posso effettivamente visitare.
Da quel momento in poi ho tutte le abilità necessarie per completare il gioco a portata di mano. Sto conficcando la mia spada dritta nei muri — quasi tutti i muri, e persino con diverse angolazioni — così posso usarla come piattaforma temporanea, oscillando attraverso i vuoti come un cugino cyberpunk di un Belmont cacciatore di vampiri, schivare i raggi laser con rotolamenti e sminuire le sfide di androidi armati di fucili a pompa con barriere spettrali improvvisate.
Grazie a questa flessibilità integrata, mi sento davvero di esplorare queste aree in modo organico, piuttosto che scontrarmi costantemente con un level design che esiste solo per mostrarmi tutti i percorsi che non mi è permesso intraprendere finché il gioco non lo stabilisce diversamente. Blade Chimera non si aspetta che io mi affretti a cercare il Magico Braccialetto del Ricordo di Come Spingere le Cassette su una Superficie Piana quando mi imbatto in un enigma. Posso semplicemente farlo. E se ho bisogno di mantenere aperta una porta a tempo, non vado a cercare una sorta di aumento di velocità o un magico orologio rallentatore: conficco la mia spada nella piastra a pressione e la lascio lì finché non sono passato.
Una versione di questo articolo è già apparsa su www.pcgamer.com
Absolutegamer è un gruppo di nerd vecchia scuola, progressisti, appassionati di gaming, meglio se indie, saltuariamente retro ma senza essere snob verso l’ultima versione di Unreal Engine, con un atteggiamento no bullshit e con una certa predisposizione all’attivismo. Hanno generalmente un umorismo discutibile ma se volevano piacere a tutti nascevano patate fritte.
They/Them (ovviamente, geni)
