Se negli episodi precedenti ci siamo lanciati in improperi che tagliavano l’acciaio di Death Sprint 66, adesso compare dal nulla un nuovo runner: “Tireless prepare for the adrenaline”.
La Formula è quella del cyborg in scarpe da ginnastica che corre contro il tempo fra salti sospesi in mezzo a statali in orbita e portali dimensionali.
Grafica
Il gioco si apre con il cartello “Attenzione, se sei fotosensibile fermati adesso prima che sia troppo tardi” e la promessa viene subito mantenuta dai primi secondi di gioco: uno stormo di pixel luminescenti investono immediatamente il giocatore con un paesaggio virtual-spaziale che richiama l’estetica dei video dance alternative d’annata della golden age of MTV. Fortunatamente abbiamo l’opzione per disabilitare parte degli effetti visivi, gli autori hanno realizzato che non tutte le persone dispongono di retine in grafene.
Una grafica ben fatta nel suo genere che metterà a dura prova il panello del vostro monitor.
Gameplay
Il sistema di comandi è molto articolato e si giostra fra scivolate, drifting e planate. La difficoltà, anche a modalità facile, è un inferno e quando capitano le sequenze in cui dovete controllare il vostro personaggio in volo, il numero di imprecazione salirà vertiginosamente. Le performance su 4060 sono ottime e il framerate non ha avuto problemi durante i nostri test. Il gioco non è immenso: un essere sovraumano ha postato su youtube una run dove lo completa in mezz’ora.
Ovviamente per arrivare a quel risultato dovrete aver speso svariati giorni ad allenarvi, quindi probabilmente il bilancio fra soldi spesi e ore di gioco sarà sicuramente positivo, visto che non parliamo di un titolo da 60€.
Valutazione complessiva.
Tutto quello che possiamo dire sul titolo non si discosta molto da quanto abbiamo già scritto su Death Sprint 66, quindi se apprezzate il genere, non resterete delusi.
Tra l’altro il prezzo è molto allettante: 5€ e potete immergervi in uno spazio dove nessuno può sentirti urlare, ma forse le imprecazioni si sentiranno lo stesso.
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Anche se qualche volta mi sono spinto oltre, io posso dire di aver vissuto: era lo spot del 1999 della prima Playstation. Credo di averlo preso troppo in parola, ma il viaggio ne è valsa la pena. Un gamepass con meno ore di quelle che sarebbe il caso, una vita passata a parlare con gente che i videogiochi li ha fatti, un amore multi-disciplinare per tutto quello che implica un gioco…il resto sono i caratteri che trovate qui.