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Dopo l’enorme successo di Expedition 33, parlo con lo sviluppatore Sandfall del fascino esercitato dalle dimensioni del suo team e di come vede il futuro del gaming.
Durante il Summer Game Fest 2025, un evento di spicco nel settore videoludico dopo la scomparsa dell’E3, Geoff Keighley ha elogiato Clair Obscur: Expedition 33 definendolo “un risultato monumentale” creato da un “team con meno di 30 sviluppatori”. La dimensione del team di Sandfall è stata oggetto di discussioni in seguito al grande successo e alle recensioni positive di Expedition 33, che gli hanno fatto guadagnare un posto nella nostra lista dei migliori giochi di ruolo. Come ha fatto un team così piccolo a realizzare un progetto così ambizioso e con valori di produzione da ‘tripla A’?
Un rapido sguardo ai crediti di Expedition 33 rivela che Sandfall era composta da circa 30 persone al momento del lancio, ma vengono anche elencate diverse società di outsourcing (come animatori, team di QA e di localizzazione) che hanno contribuito al successo del gioco. Quindi, è lecito affermare che Expedition 33 non è stato realizzato solo da 30 persone. Pur non essendo il primo a menzionare le dimensioni del team di Sandfall nei suoi elogi, i commenti di Keighley hanno suscitato reazioni negative online da parte di giocatori, stampa e persino di altri sviluppatori, soprattutto perché l’affermazione “30 persone” non rifletteva l’intera realtà.
In una intervista sul nuovo aggiornamento “thank you” di Expedition 33, il CEO e direttore creativo di Sandfall, Guillaume Broche, ha dichiarato: “Non abbiamo intenzione di far crescere troppo lo studio; vogliamo rimanere molto piccoli e agili, con una forte visione creativa”. Questo mi ha spinto a chiedere del commento di Keighley e se Broche e il suo socio, il COO e produttore Francois Meurisse, avessero problemi con l’attenzione dedicata alle dimensioni del team e se ciò ostacolasse più di quanto aiutasse.
“Non credo che lo faccia,” mi dice Broche. “Siamo [recentemente] andati molto in Asia e abbiamo visitato alcuni studi cinesi, e penso che siamo i primi di una nuova ondata di come [l’industria] crea giochi. Con la tecnologia che è accessibile ora, è molto più facile; è ancora un sacco di lavoro, non fraintendermi, ma è più facile realizzare un gioco che sembra più grande della dimensione del team [che lo sta realizzando].
“Abbiamo visto molti progetti che non sono ancora ‘adulti’ che sono uguali: sono realizzati da team più piccoli che sono follemente ambiziosi, e hanno un bell’aspetto e si giocano bene; penso che saranno giochi fantastici. Penso che sia solo l’inizio di una nuova ondata, e penso che questo tipo di produzione sarà più diffuso in futuro: progetti che si prendono dei rischi, che si sentono molto unici artisticamente, che sono molto impressionanti visivamente e che superano le loro aspettative.
“Penso che il fatto che impressioni così tanto sia perché siamo probabilmente i primi – o tra i primi – a farlo, ma sono sicuro che siamo solo all’inizio di questo tipo di [stile di sviluppo].”
“Quando stavamo creando l’azienda, siamo stati davvero ispirati da giochi come Hellblade e A Plague Tale: Innocence, che hanno dimostrato che, con gli strumenti e i team giusti, puoi creare dei successi in 3D realistico con team double-A”, continua Meurisse. “Abbiamo preso [i loro successi] come prova che era possibile sognare in grande con un team di meno di 50 persone.”
Mentre Sandfall non sembra avere problemi con le discussioni sulla dimensione del suo piccolo team, altri studi indie – tra cui il creatore di Balatro, LocalThunk, che viene costantemente definito uno “sviluppatore solitario” – lo odiano.
Una versione di questo articolo è già apparsa su www.pcgamesn.com
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They/Them (ovviamente, geni)
