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Campagna per fermare gli editori che “distruggono” i giochi online, segnalata con un esposto anonimo all’UE

Tempo di lettura: 3 minuti

L’iniziativa dei cittadini “Stop Destroying Videogames”, la petizione UE che fa parte della campagna Stop Killing Games, ha ricevuto un reclamo anonimo per questioni di trasparenza.

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Stando a Ross Scott, il YouTuber diventato il volto di Stop Killing Games, che mira a impedire agli editori di rendere i giochi online inoffensivi una volta terminato il supporto ufficiale. Invece, il movimento vuole che le aziende prevedano dei piani concreti per la fine del ciclo di vita dei giochi, in caso di disattivazione dei server.

In un video pubblicato sul suo canale Accursed Farms, Scott ha dichiarato che l’iniziativa UE “Stop Destroying Videogames” ha ricevuto un reclamo anonimo per questioni di trasparenza dalla Commissione Europea. Come il YouTuber chiarisce, questa iniziativa, che vanta finora 1,4 milioni di firme, ha organizzatori diversi dalla più ampia campagna Stop Killing Games di cui Scott è diventato il volto pubblico, nonostante quest’ultima promuova spesso la prima. E, come dire, i nomi sono molto simili.

Il documento del reclamo, che Scott ha linkato nella descrizione del video, accusa l’iniziativa “Stop Destroying Videogames” di aver violato le regole per le petizioni alla Commissione Europea in due modi. Si sostiene che gli organizzatori abbiano fornito una “falsa dichiarazione di assenza di finanziamenti” lasciando in bianco la sezione relativa alle fonti di finanziamento nella loro pagina sul sito UE, e che sia stato compiuto un “occultamento sistematico” di contributi significativi alla campagna.

Entrambi i punti sembrano ruotare attorno a un unico aspetto: la natura dell’impegno di Ross Scott nell’iniziativa. Il reclamo afferma che le ore dedicate alla campagna, secondo Scott, “superano ampiamente qualsiasi soglia ragionevole di volontariato”. Quindi, il reclamo sostiene che poiché “l’investimento di tempo professionale costituisce un contributo in natura quantificabile ai sensi delle normative sulla trasparenza”, l’impegno di Scott equivale a contributi professionali stimati tra €63.000 e €147.000.

Insomma, l’argomento del reclamo è che questa somma, che Scott afferma di non aver percepito perché volontario, avrebbe dovuto essere dichiarata dall’iniziativa. Il reclamo cita anche la frequente identificazione di Scott come responsabile dell’iniziativa UE per sostenere questa affermazione, a cui il YouTuber ha risposto sottolineando che non è elencato tra gli organizzatori nella pagina dell’iniziativa e non ha “nessuna autorità effettiva” su di essa.

Nel video, Scott ipotizza che questo reclamo rappresenti “qualcuno…che sta cercando di uccidere l’iniziativa” e implica che le recenti risposte all’iniziativa lo portino a pensare che potrebbe essere collegata a un rappresentante del settore dei videogiochi. Al momento non vi sono prove concrete in questo senso, dato che, come dice il YouTuber, la versione del reclamo che è stata inoltrata è anonima, come da prassi per i reclami di trasparenza dell’UE. Per inviarne uno, è necessario fornire all’UE i dettagli su chi si è, ma l’ente “non rivelerà pubblicamente la tua identità” a meno che tu non lo richieda.

Inoltre, riguardo alle paure di Scott riguardo a possibili ripercussioni per l’iniziativa, vale la pena notare che il sito UE indica quanto segue in merito a quanto accade ai gruppi contro cui vengono presentati reclami:

Se consideriamo il reclamo ammissibile, ci assicureremo che ne riceviate copia e vi chiederemo di fornire una risposta motivata entro una certa scadenza.

Potremmo chiedervi di fornire informazioni aggiuntive e tratteremo come riservate qualsiasi informazione che indichiate come sensibile. Vi sarà data ogni possibilità di essere ascoltati a sufficienza prima di qualsiasi decisione. Ci aspettiamo che cooperiate sinceramente e costruttivamente durante l’indagine.

Pertanto, non si parla di minacce esistenziali immediate all’iniziativa prima che le affermazioni siano state oggetto di un’approfondita indagine. Supponendo che Scott sia trasparente nei suoi argomenti sopra, sembra che l’iniziativa non abbia nulla da temere al riguardo.

 

Una versione di questo articolo è già apparsa su www.rockpapershotgun.com

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