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Da Ratchet & Clank: Rift Apart, passando per l’originale Prey fino all’ovvio punto di contatto Portal, il gioco non ha un amore più grande di quello per una porta senza pretese che unisce due luoghi apparentemente lontani.
Questo entusiasmo dilagante per le porte teleguidate potrebbe sembrare strano, dato che i videogiochi sono mondi di fantasia tenuti insieme da ghirigori arbitrari di linguaggio magico. Non c’è fondamentalmente alcun motivo per cui le porte dei videogiochi debbano obbedire alle consuete leggi dello spaziotempo. Ma non lasciare che questo ti impedisca di guardare il trailer di annuncio di Black State di Motion Blur, uno sparatutto stealth in terza persona che ricorda molto Metal Gear Solid ma che è anche pieno di porte che funzionano in modo misterioso.
Se non hai tre minuti da dedicare, ecco un riassunto: dopo un preambolo matrixiano, un fratello con una scintillante armatura palmata e una schiera di eleganti pistole ondulate corre lungo un corridoio, apre una porta, si ritrova in un treno metropolitano in corsa (“DESTINAZIONE: UNKNOWN”), apre un’altra porta, entra in una base militare piena di casse di spedizione, scatena la furia di vari tizi armati di pistola con mantello antipioggia e si lancia in una serie di tiri in copertura mescolati a tiri finali ravvicinati e granate a percussione.
L’influenza di Metal Gear si nota immediatamente: il protagonista ha un contatto radio piacevolmente campeggiante, mentre le icone di consapevolezza radiale e l’ultima possibilità di catturare le guardie allertate al rallentatore provengono direttamente da The Phantom Pain. Gli spezzoni di dialogo del trailer suggeriscono che il gioco passerà molto tempo a snocciolare la mitologia di questo mondo. A quanto pare il protagonista lavora per un gruppo chiamato Architects. C’è anche una donna triste che sembra vivere in un rettilario, e un individuo pigro con le corna che, con un budget sufficiente, ci si aspetta sia doppiato da Troy Baker.
Lo ammetto, sto scrivendo questo articolo in parte perché mi piacerebbe sapere cosa potrebbe fare Hideo Kojima, il creatore di Metal Gear Solid, con il concetto di porte per il teletrasporto, cioè l’Hideo Kojima che ha un’attitudine soprannaturale a farsi concedere tempo e ricchezza infiniti per perseguire qualsiasi fantasiosa idea gli venga in mente mentre mastica i suoi panini su Instagram. Al di là della possibilità di attraversare le difese perimetrali, immagina gli scherzi dei PNG che potrebbero derivare dall’attirare le guardie attraverso porte che hanno un rapporto scivoloso con la geografia.
Immagina di rifornire un avamposto di portali intricati e concatenati in modo che le persone che escono da un portale a caso si teletrasportino davanti a delle jeep, che poi sbandano attraverso delle porte e finiscono per scontrarsi con degli elicotteri di pattuglia, che poi conservano il loro slancio mentre ruzzolano attraverso un’ultima serie di porte ed erompono dallo stesso portale all’inizio della catena, facendo fuori il comandante della base a cui hai recentemente aggiunto del lassativo nel tè. Oppure che ne dici di una configurazione alla Rainbow Six: Siege in cui tutte le finestre si aprono su altre finestre, espellendo le squadre SWAT durante l’invasione, come popcorn dalla padella. Probabilmente è stato fatto. Ma è stato fatto in Unreal Engine 5, con tutte le caratteristiche e i vantaggi che ne derivano?
Dubito che Motion Blur, un nuovo studio con sede a Istanbul, abbia le risorse necessarie per realizzare qualcosa di così sabbioso. Non mi sorprenderebbe se le porte magiche si rivelassero paragonabili a quei vuoti in cui ci si infila mentre il gioco carica l’area principale successiva. Ma sono curioso di vedere di più. Black State sarà disponibile su Steam e sull’Epic Game Store. Non c’è ancora una data di uscita.
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Absolutegamer è un gruppo di nerd vecchia scuola, progressisti, appassionati di gaming, meglio se indie, saltuariamente retro ma senza essere snob verso l’ultima versione di Unreal Engine, con un atteggiamento no bullshit e con una certa predisposizione all’attivismo. Hanno generalmente un umorismo discutibile ma se volevano piacere a tutti nascevano patate fritte.
They/Them (ovviamente, geni)
