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L’horror indie infernale IRIS lo detesto e sono sicuro che il sentimento è reciproco

Tempo di lettura: 2 minuti
A volte sento i critici descrivere qualcosa come "attivamente ostile" all'atto di suonare, ma con qualcosa di vicino all'ammirazione nelle loro voci. Ho sempre pensato che anch'io vorrei trovare un giorno un'opera d'arte da poter descrivere allo stesso modo. In parte perché sembra un'esperienza interessante, ma soprattutto per poter rubare quella frase e sentirmi come uno di quei critici d'élite, urbanisticamente perspicaci e dai pantaloni multipli.

Beh, oggi non è quel giorno, perché l’horror indie IRIS non è, in effetti, attivamente ostile all’atto di giocare. Si tratta piuttosto di un caso di disprezzo passivo. È un “buon” gioco? Probabilmente no. Ma è piacevole? Amico, neanche un po’. Ma è intrigante. Sono incuriosito, lettore.

La prima cosa che devi sapere su IRIS è di non fidarti, nemmeno un po’, del senso di giocosità suggerito dal suo cursore, che è una stella gialla brillante dei cartoni animati. La giocosità si trova altrove, ma è quella che potrebbe mostrare il tuo gatto mentre tira avanti e indietro un topolino mezzo morto. Troppo lento per orientarti in una foresta buia armato solo di una torcia elettrica apparentemente alimentata da una singola tavoletta di berocca che si sprigiona da una pioggia così brutta da far pensare che si tratti di una specie di zuppa di carne? Sei morto. Morto morto morto morto. Morto.

Ricomincia. Le catene chiodate oscillanti ti sfiorano leggermente la gamba mentre sali su un enorme pendio tortuoso circondato dalle fiamme e disseminato di messaggi di errore che promettono orribili traumi a venire? Morto. Morto, morto, morto. Sei morto. Ricomincia. Salire di nuovo tutto il percorso. Devi farlo di nuovo. Perché sei morto.

Non devi credermi sulla parola, perché puoi ottenere la tua copia gratuita della demo di IRIS su Steam. Io? Non possiedo più una copia. L’ho scaricata su una USB e l’ho infilata nel mio tostapane. Nessuno dei due oggetti funziona più, ma direi che è stato un tostapane e una chiavetta USB ben spesi. Vai via, IRIS. Probabilmente giocherò al gioco completo.

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