Gli RPG di Atlus si distinguono per le scelte estetiche audaci, e ciò include anche i menu dei loro giochi. Mentre altri titoli potrebbero accontentarsi di fare affidamento sul collaudato e affidabile rettangolo, le interfacce di Atlus sono tanto opere di arte moderna quanto menu. Sono disposte con angolazioni insolite; si riversano sullo schermo come un collage di elementi disparati. Potrebbero, nel caso di Metaphor: ReFantazio, essere impreziosite da trascrizioni runiche di Esperanto codificato. Sono sorprendenti, soddisfacenti e, secondo il regista della serie Persona Katsura Hashino, sono piuttosto difficili da realizzare.
In un’intervista con The Verge, Hashino ha dichiarato che, come qualsiasi sviluppatore di videogiochi, Atlus deve trovare un equilibrio tra estetica e usabilità quando progetta i propri menu e interfacce. Tuttavia, Hashino ha spiegato che, avendo layout personalizzati e design dell’interfaccia per ogni menu, lo studio ha essenzialmente scelto la versione più difficile di questo equilibrio.
“Abbiamo design unici che creiamo per ogni singolo menu,” ha detto Hashino. “Questo è in realtà davvero fastidioso da fare.”
Ancora peggio, ognuno di quei menu ha il proprio software unico che lo fa funzionare. “Abbiamo programmi separati che girano per ognuno di essi,” ha detto Hashino. “Sia che si tratti del menu del negozio o del menu principale, quando li apri c’è un intero programma separato in esecuzione e un design separato che va nella sua realizzazione. Richiede molto tempo.”
Quel processo certamente non è diventato più semplice, perché i design dei menu di Atlus sono diventati costantemente più astratti – una progressione che, secondo Hashino, non è sempre andata in modo impeccabile. A quanto pare, le prime versioni dei menu di Persona 5 erano difficili da interpretare. “Era impossibile da leggere all’inizio,” ha detto Hashino, “quindi abbiamo apportato molte modifiche e regolazioni per renderlo leggibile.”
Sicuramente, i designer di Atlus potrebbero semplicemente tornare al fidato rettangolo, ma non riesco a immaginare che sarebbe un mondo migliore se ci fossero meno artisti che seguono le loro visioni inutilmente complesse. Nel peggiore dei casi, garantisco che sarebbe un mondo con molto meno Esperanto glifico.
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They/Them (ovviamente, geni)