Offerte in questo articolo

Nessuna offerta correlata trovata. Vedi tutte le offerte

Ghost of Yotei ha venduto intorno alle 2 mililoni di copie: ma non era “go woke go broke?

Tempo di lettura: 4 minuti

Ok, parliamone. Anche questa settimana abbiamo avuto la nostra dose quotidiana di polemiche inutili, questa volta scatenate da Ghost of Yotei, il nuovo gioiellino di Sucker Punch. Prevedibilmente, non si è parlato solo di quanto sia incredibile esplorare il Giappone feudale, ma del solito, stanco teatrino sull’agenda “woke”. Il motivo? Una protagonista donna e, apriti cielo, il coinvolgimento dell’attrice e attivista Erika Ishii. Il coro degli indignati da tastiera era già pronto a intonare il suo salmo preferito: “go woke go broke”. Peccato che, ancora una volta, la realtà abbia deciso di fregarli, con dati di vendita che parlano di circa 2 milioni di copie in una manciata di giorni. Certe volte mi chiedo se si stancheranno mai di avere torto.

Pubblicità Fanatical.com - Big savings on official Steam games

In questo articolo

 


 

Un successo che fa rumore (non quello che pensate voi)

Andiamo ai fatti, così magari la finiamo prima. I numeri, anche se non ancora confermati globalmente da Sony, dipingono un quadro piuttosto chiaro. Fonti interne parlano di 1,3 milioni di copie vendute al day one. Se poi vogliamo dare retta a una soffiata di PlayStation Asia (prendetela con le pinze, come tutto su internet), saremmo a 2 milioni in quattro giorni. Certo, c’è già chi grida al complotto parlando di immagini false, ma la sostanza non cambia: il gioco sta vendendo, e tanto.

Ghost of Yōtei interactive map

Nel Regno Unito, ha debuttato al primo posto in classifica, mandando a casa un peso massimo come EA Sports FC 26. In Giappone, ha venduto oltre 120.000 copie fisiche, che non è poco. Certo, è circa la metà del lancio fisico di Tsushima, ma vi devo davvero spiegare che la base installata PS5 non è quella di PS4 e che nel frattempo abbiamo scoperto una cosa chiamata “digitale”? A volte mi sembra di dover fare i disegnini, giuro.

Il confronto con Tsushima: quando si dice partire col botto

La cosa divertente è che, se paragonato al suo illustre predecessore, Yotei ne esce a testa altissima. Quel dato di 1,3 milioni di copie al lancio non è solo un numero, è una dichiarazione. Supera i risultati del primo giorno di Ghost of Tsushima, un gioco che ha definito una generazione. Per capirci, Tsushima raggiunse i 2,4 milioni in tre giorni, il che fa pensare che la partenza di Yotei sia stata ancora più esplosiva. Questo significa che il franchise non solo ha fidelizzato i vecchi fan, ma ne ha attirati di nuovi. Battere un titolo così amato fin dal day one, specialmente dopo settimane di lamentele preventive, dimostra solo una cosa: la gente si fida di Sucker Punch e vuole giocare a un bel gioco, punto.

Ghost of Yotei, la nuova esclusiva PlayStation è tutto quello che Assassin's Creed Shadows avrebbe dovuto essere | Wired Italia

“Woke”: la parola magica per chi non sa di cosa parlare

E quindi, arriviamo al punto. Cos’è che avrebbe reso Yotei così “woke”? La solita solfa, prevedibile fino alla noia. La protagonista, Atsu, è una donna. E questo, a quanto pare, per alcuni è già un problema. Si sono sprecati fiumi di parole sulla presunta “inesattezza storica” (perché, si sa, i videogiochi sono sempre stati documentari storici impeccabili, vero?), per poi passare ad attacchi personali contro Erika Ishii, l’attrice che la interpreta, colpevole di essere un’attivista. Roba da non credere.

Poi, come da manuale, è partita la caccia alle streghe su presunte “forzature”, con l’ipotesi che la protagonista potesse essere lesbica. E anche qui, giù di inesattezze storiche. Francamente, mi sembra che l’unica forzatura sia quella di cercare a tutti i costi un pretesto per lamentarsi. Ricordo ancora quando Legacy of Kain: Soul Reaver mi cambiò la vita, anche perché Raziel era un personaggio magnifico la cui identità sessuale era del tutto irrilevante. Ma a quanto pare, per alcuni, una protagonista che non sia un maschio etero cisgender è ancora un problema insormontabile. Che fatica.

Ghost Of Yotei Tips: 15 Things To Know Before You Play - GameSpot

“Go woke go broke”: la barzelletta che non fa più ridere

E così, torniamo al punto di partenza. I dati di vendita di Ghost of Yotei stanno, ancora una volta, ridicolizzando il mantra “go woke go broke”. E la cosa non mi sorprende per niente. La critica lo ha acclamato, parlando di qualità narrativa, artistica e tecnica. Il pubblico, quello che i giochi li compra e li gioca davvero, ha premiato un prodotto eccellente, basato su un gameplay solido e sull’eredità di un franchise che si è guadagnato il rispetto di tutti.

Le polemiche? Rumore di fondo. Una tempesta in un bicchier d’acqua sollevata da una nicchia che, evidentemente, ha un’influenza sul mercato pari a zero. E qui, devo essere onesta, la cosa mi diverte parecchio. Ogni volta che un gioco come Yotei o Baldur’s Gate 3 sbanca al botteghino, dimostra quanto sia scollata dalla realtà questa narrazione tossica. Forse, e dico forse, è ora di capire che “go woke go broke” non è un’analisi di mercato. È solo il capriccio di chi non accetta che i videogiochi, come ogni forma d’arte, possano raccontare storie diverse, con protagonisti diversi. E mentre loro si lamentano, noi ci godiamo un gran bel gioco. E a conti fatti, Ghost of Yotei sembra proprio essere questo: un gran bel gioco.

Ghost of Yotei devs "like having a clean screen" free of mini maps and yellow paint: "Why would we muck it up with all this stuff on the screen if we can

offerte in questo articolo

Nessuna offerta correlata trovata. Vedi tutte le offerte

Potrebbero interessarti