Se sei mai stato appassionato di piante, saprai che al di fuori del loro habitat naturale sono inherentemente un po’ complicati. Farle prosperare è un tipo di gioco a sé stante mentre indaghi e replichi con precisione le condizioni giuste – il mix corretto di terreno, la quantità perfetta di luce, il programma di irrigazione corretto, l’umidità sufficiente e qualsiasi cosa diavolo tu voglia da me Calathea zebrina – che le renderà felici e sane e, sperabilmente, senza drammi. Sbagliare e ti ritroverai con una tragedia botanica raggrinzita che ti fissa accusatoria dal davanzale prima di appassire alla fine per pura malignità; farlo nel modo giusto e avrai un bellissimo angolo di natura in casa tua da goderti e ammirare per gli anni a venire.
Botany Manor si insinua perfettamente in questa lotta infinitamente gratificante per creare un piccolo angolo di perfezione artificiale per la natura, trasportando i giocatori indietro a Somerset, Inghilterra, e a un giorno estivo del 1890 quasi impossibilmente mediterraneo. Qui, vivranno il mondo e la vita della botanica in pensione Arabella Greene in un tranquillo gioco di puzzle strutturato attorno al completamento di un Erbario – ossia un libro di piante pressate per studio scientifico, se il termine ti è nuovo. È un’impresa meravigliosamente tranquilla e rilassante – un mix perfetto di esplorazione in prima persona serena e indagini deduttive – che chiede ai giocatori di curiosare dentro la casa e nei suoi vivaci giardini in cerca di indizi che, combinati e incrociati, rivelano come le piante nell’Erbario sboccino in natura. E poi è il momento di mettere in pratica quelle nuove conoscenze, piantando semi appena acquistati e capendo come replicare il processo usando metodi artificiali.
Ed è un lavoro silenziosamente brillante – una catena di scoperta e deduzione naturalistica multipla che scorre con grazia, organicamente, spesso attraverso diverse aree della casa. Una cartolina nascosta su un comodino potrebbe, per fare un esempio oscurato, dettagliare una meta di vacanza estiva dove un amico di Arabella ha recentemente incontrato un fiore insolito; una bacheca appesa in una stanza adiacente potrebbe mappare comodamente le temperature stagionali in diverse regioni vicine. Collegando i punti, improvvisamente il termosifone sul tavolo nell’angolo, con un termometro regolabile e spazio sufficiente davanti per piantare un seme appena messo in vaso, si rivela come uno strumento potenzialmente utile per le tue prove botaniche.
Ovviamente si complica di più, i segmenti successivi (la durata di diverse ore di Botany Manor è divisa in cinque atti, ciascuno introducendo nuove aree della casa e nuove piante da esaminare) si svolgono in spazi sempre più vasti, richiedendo ai giocatori di gestire contemporaneamente diverse voci dell’Erbario – e può richiedere un pensiero maggiore per abbinare con successo gli indizi alle piante corrispondenti prima di arrivare vicino a far sbocciare il tuo piccolo albero.
Botany Manor è quindi un gioco puzzle che si svolge come un gioco detective, quindi sembra opportuno che – come una sorta di giallo al contrario in cui il filo degli indizi porta alla vita fiorente anziché a una morte improvvisa – tutto si svolga nella maestosa estensione di una residenza signorile. E Botany Manor, la casa, è una meravigliosa creazione, una credibile progressione di interni ed esterni – dalle biblioteche poco illuminate e sale da pranzo sontuose ai giardini estivi primaverili e ai terrazzi accoglienti con viste mozzafiato – tutto con reale presenza ed eleganza.
In realtà, la casa è forse l’unico vero personaggio di Botany Manor; Arabella è muta e invisibile per tutto il tempo, un po’ un non-essere nonostante la casa sia suppostamente un riflesso della sua personalità, e il piccolo cast di personaggi di supporto del gioco – amici, parenti, personale domestico che potrebbero occasionalmente apparire in una fotografia o in una lettera – è talmente poco sviluppato da essere quasi indistinguibile. E una sottotrama che gradualmente acquista importanza nel corso dell’avventura, sulle lotte di Arabella per essere riconosciuta dalla feroce comunità scientifica patriarcale dell’Inghilterra Vittoriana, è un po’ troppo poco sviluppata per colpire nel segno. Botany Manor preferisce rimanere accoglientemente inoffensivo, e la sua leggerezza di tocco non colpisce mai del tutto quel tipo di nota convincente necessaria per creare un collegamento emotivo con il suo mondo.
Mentre la sua narrazione potrebbe essere un po’ carente, la sua artigianalità no, e Botany Manor, il luogo, è un vero piacere da esplorare. Forse non è esattamente il ricco monumento all’esistenza come alcune delle migliori case dei videogiochi – non ha l’intrigo idiosincratico di What Remains of Edith Finch o i segreti che si svelano gradualmente di Gone Home – ma riesce comunque a trasmettere un senso di vita vissuta bene nei suoi spazi tangibili e credibili. E sebbene la sua influenza estetica sia ovvia – è difficile non vedere The Witness nei suoi cieli brillanti e nella flora delicatamente mutevole – è uno sguardo riadattato con cura e chiara intenzione. I suoi colori sono sprazzi vibranti di natura fiorente, i suoi spazi sono delicatamente, magnificamente disposti, e mentre la sua ricca colonna sonora di cuculi lontani e foglie che frusciano delicatamente ti avvolge – Botany Manor si affida principalmente ai suoni diegetici per creare la sua convincente fantasia bucolica – l’illusione è così completa che puoi quasi sentire gli aromi floreali e sentire la brezza calda dell’estate.
Ma persino i suoi strani scherzi occasionali sono facili da perdonare in mezzo ai suoi altrimenti abbondanti incanti. Botany Manor potrebbe non essere esattamente scientifico – il suo Erbario di piante che fischiano, bioluminescenti, portate dal fulmine è un vero tuffo in reami più fantastici – ma riesce comunque a incarnare perfettamente quell’apprezzamento profondo per la meraviglia della natura che vive nel cuore di ogni amante delle piante. Certo, i suoi fiori rust-nibbling acquatici e le felci musicali sono finzioni, ma non sono più strani, diciamo, delle uova urne – fiori carnivori alti pochi millimetri capaci di generare quasi 600 volte la forza di gravità per aspirare la loro preda – o del Mimosa pudica, che si ritrae timidamente le sue delicate foglie simili a felci quando viene toccato. Forse un pomeriggio in compagnia di Botany Manor infiammerà la tua curiosità per la natura, o forse ti limiterai semplicemente a esplorare i suoi angoli baciati dal sole, risolvere i suoi pochi intelligenti rompicapi e goderti i piaceri senza tempo di una incantevole passeggiata est
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They/Them (ovviamente, geni)